venerdì 30 settembre 2011

Kerana Anghelova, "Scongiuro "

A Marta Deianova

Prima di sentire lo sparo
lei già cade
Le sue ali di madreperla tuttora
sono protese
nelle direzioni dell’alba e del tramonto
Tuttora
il suo occhio affilato come un ago di diamante
è puntato verso un’eternità remota
Attraverso lo sguardo dell’uccello fa capolino
un’adorata saggezza antica
fa capolino
La Creazione del mondo
fa capolino
la nostra essenza di alati
lo sparo tracotante echeggia

Dalle sommità delle penne scintillano
cascate di luce
E un corto strillo Dio geme

Sopra lo scheletrino bianco
sopra la propria tristezza
da un passato non illuminato
a mente pronuncio

durante tutti i tempi del Tempo
sopra tutti gli scheletri bianchi
delle nostre ex canzoni

fino alla canzone successiva
fino alla successiva eternità
uccello


Dalla raccolta di poesie “Katokala – il nome della farfalla”, Ed Snazi, 2006
Per gentile concessione dell’autrice

© Traduzione di Vessela Lulova Tzalova e Marco Bazzato

Kerana Anghelova, "Il dolore"

Il mio dolore è
Rosa senza spine
Dall’esterno
Dall’interno è
Spine senza rosa
Il dolore

Chi può raccontare
La rosa a mente
Chi può raccontare
Le spine a voce


© Traduzione di Vessela Lulova Tzalova e Marco Bazzato

Kerana Anghelova, "Le belle parole"

Le disse
Quando ti vidi per la prima volta
Il mondo si mosse ritroso
Le donne si allontanarono
Muovendosi al contrario – all’indietro
Gli uomini si sono inchinati per ultimi
E il solstizio d’estate
Del mio amore
Ha dorato il mio sguardo assonnato
E ti svegliò
Principessa da un sonno di cent’anni

Le disse molte altre cose
Furono belle e la sua tristezza aumentò
Le belle parole sciupano dolcemente non lasciano una speranza
Scambiando i posti del passato e del futuro
Raccontano una favola dal finale sconosciuto
La luce acceca gli occhi
E provoca protuberanze dietro la retina
Le belle parole quando sono verità
Assomigliano alla bugia
Quando sono bugia assomigliano a verità

A qualsiasi cosa assomiglino le belle parole
Dolgono


© Traduzione di Vessela Lulova Tzalova e Marco Bazzato

Kerana Anghelova "Abissi"

Il vecchio sulla riva
Vecchio eterno
I suoi occhi colmi di cristalli di sale
Due abissi incavati
A volte non è nè vivo e né morto
Altre volte è contemporaneamente vivo e morto

Seduto sulla riva immobile
Luccicano conchiglie infrante di madreperla
Sui suoi sandali di gomma
Formiche azzurre strisciano sui piedi
Un ragno sferruzza una rete di rughe
Abbassandola sulla testa del vecchio
Pensa che questa sia il tempo stesso
E che il ragno sia il cacciatore del tempo
Ma che ne sa lui dell’uomo
Tanto quanto gli uomini
Sanno per Dio
Persino anche meno

Il vecchio sta seduto
I suoi occhi sono due abissi
In uno si tuffa un candido delfino
Nell’altro un transatlantico
Affondando e sparendo senza lasciar traccia
Nel Triangolo delle Bermuda
Del suo sguardo impietrito

© Traduzione di Vessela Lulova Tzalova e Marco Bazzato

Kerana Anghelova, "La città"

In memoria di Violeta Maslarova

Sulla Bogoridi
Lungo i bar spolverati con la scopa inumidita
Rasente al venditore di popcorn
E il loro profumo

Gabbiani con occhi affilati accucciati
Sulle tegole
Con pesci vivi
Vicino alla biblioteca Iavorov
Nell’aria
Odore di libri
Sacra Polvere
Trepidano le ali delle parole frusciano

Più avanti la luce irradia
Dall’interno all’esterno
Attraverso la porta spalancata della galleria
Dall’interno all’esterno
Violeta  Maslarova tiene una mostra
Sorrido senza poter fermarmi
Sorridere

Eccola la stessa Violeta
Mi sorride
Senza potersi fermare
Emana luce come un quadro

Continuo a camminare lungo le edicole dei giornali
Colmi di quello che
Non conosco
Mai lo conoscerò
Il mondo ora non mi interessa
Mi basta la via Bogoridi
Illuminata
Dal sorriso della pittrice

Un amico da incontrare
Per dirci più di due parole
Invece
Di saper tutto per il mondo
Senza che mi dica una parola


© Traduzione di Vessela Lulova Tzalova e Marco Bazzato

Kerana Anghelova, Biografia


Kerana Anghelova è nata a Brodilovo, che dista a cinque, sei chilometri dal Mar Nero, nella mistica montagna Strangia. Dal 1971 vive nella città di Burgas. Ha lavorato come docente, direttore di programmi, giornalista. È autrice di diverse raccolte di poesie, novelle e romanzi.

sabato 16 luglio 2011

Dimitar Hristov, Teatro Romano

















Il vento abita nelle tribune
le voci dei secoli
parlano con la pietra
le ore misurano  l’immemore
i plebei masticano semi
e sognano circenses
i patrizi sventolano toghe
e spettegolano
seri
come se decidessero il destino della Tracia.
Ogni spettatore
gioca il suo ruolo nella vita
e sul palcoscenico
passioni
ira
paura ed estasi
vino e sangue
seme e sudore.
È tutto predetto
l’oracolo ci ha segnati
se saremo puniti
arrivi pure l’estasi
arrivi pure la catarsi
e l’esecutore
attenda fino a domani…
Chi propone l’immortalità?
Ogni dio è profeta
ma ogni profeta non è dio.
Perciò non c’è tenda
non c’è una scatola nera
e nessuno è messia
del proprio destino.
I sedicenti tiranni
non sono eletti da Dio.
Le vittime
non sognano monumenti
e per un altro sorso di vita.
Se giungi fino a essere canuto
e diventi saggio
per essere accettato
nel coro dei vegliardi
non pensare
che questo sia un premio.
Te lo meriti!
Se tu sei nel coro
non sei persona.
Puoi fare la storia
ma altri la scrivono.
Perché Roma
è opposta a Pace…
E malgrado tutto
la penna
è più forte della spada…
Chi balbetta lì?
Divertitevi
senza freni
possedete la fama
e anche l’oblio!
L’immortalità è finita
tornatevene a casa.
Matura una nuova religione.
Arriva il nuovo dio…
Ave
amici
artisti
comparse
turisti
sportivi
anarchici nazionali
globalisti carrieristi
sessoutopistici
Ave Storia
Ave Auditorio
non voglio dibattere
nel loggione in alto
voglio laggiù sul palcoscenico
nel trinitario
postoazionetempo.
Pure allora assegnami il destino
fama od oblio
godimento o crocifisso
ma sentire
che vivo
che amo e odio
che soffro e canto
che sorrido e piango…
E quando arriva il Boia
portarvi questo piacere
non pregare
per il deus ex machina.
Per arrivederci farò ciao con la mano.
Perché i poeti
hanno inventato gli dei
per collegare
la morte con la vita
e la terra con il cielo.
Eraclea – Macedonia, 2010

Per gentile concessione dell’autore

© Traduzione di Vessela Lulova Tzalova e Marco Bazzato



martedì 21 giugno 2011

Maria Podolskaia, Biografia




















Nasce in Russia nel 1974. Studia in Bielorussia nell’Accademia Nazionale di Danza, lontana dalla famiglia.
A diciotto anni si diploma con il massimo dei voti e inizia la carriera di ballerina professionista. Prima nel Teatro dell’Opera di Ekaterinburg, poi si trasferisce a Mosca.
Nel 1995, firma il contratto di lavoro con il teatro Belsito a Roma. Rimane nella capitale per tre anni.
Sucessivamente fa parte della compagnia di Renato Greco, teatro dell’Opera di Trieste, Teatro Carlo Felice, Teatro Alla Scala…
Lavora con i grandi coreografi e registi italiani: Cavani, Zeffirelli…
Dopo un grave infortunio nell 2004, inizia a insegnare presso le scuole di danza.
Collabora come interprete con delle aziende, partecipa alle fiere, congressi..
Ora vive a Valenza in provincia di Alessandria.Fa la coreografa e insegnante di danza.
Per passione, scrive i testi comici, racconti.Nel 2010 ha partecipato ai laboratori Zelig.

Maria Podolskaia, Io, lui, tutù e la carta di credito




















Aiuto!
Questa crisi sta degenerando la mia famiglia!Il mio compagno, mio principe azzurro è stato colpito dalla sindrome del salvadanaio. Diciamo che era già predisposto prima, come un tennista è predisposto ad avere la tendinite al gomito o il calciatore alla lesione del menisco….
Lui fa l’imprenditore.Imprende di là, imprende di qua…L’importante è prendere e mettere in banca!Accumulare!
Da mesi parla esclusivamente di soldi... Gira per casa e fa i conti ad alta voce.
Trecentoventi più duecentoquaranta meno milleduecentotredici…
Dorme con due i iPhone sotto il cuscino…Ogni notte gli arrivano gli sms sull’andamento della borsa di New York,lui li  legge assonnato,borbotta qualcosa e dopo due secondi russa di nuovo.Io, invece, rimango a fissare il lampadario, tanto fra un po’ arriveranno le notizie dal Giappone!
Come ogni imprenditore sognava di avere un attico a Monte-Carlo e una donna dello spettacolo a letto: un’attrice, una velina…Peccato che il suo budget attuale non gli permettesse nè l’una nè l’altra.
Quindi,conoscermi ad una festa è stata per lui una fortuna!Una ballerina classica!Sempre di spettacolo si tratta!Prima di me aveva una brava fidanzata,carina ,dolce e disponibile…Peccato che facesse la fioraia!Secondo lui ,la fioraia non è chic!La ballerina è molto meglio!
Nei primi tempi della nostra storia gli piaceva tanto la mia ‘r’ moscia…
 Più tardi ho scoperto che mi spacciava per una francese! Perché una ballerina francese è più chic di una russa!La francese ha appena finito la stagione all’Opera di Paris, o come il minimo al Mouline Rouge…La russa?E appena arrivata qua con la slitta!
Ma parlavo di crisi…Tutti gli amici di mio compagno si lamentavano… Un nostro vicino ha dovuto licenziare due delle tre domestiche..E certo!Abita da solo in un appartamento di venti stanze!Per andare dalla cucina al salotto deve attraversare due incroci e una rotonda!Un altro,prima andava ai raduni Ferrari…Adesso si è iscritto al club di Ferraristi anonimi.Si riuniscono una volta alla settimana in una località segreta vicino l’autodromo di Monza e parlano del caro benzina…
Anche il mio compagno si dispera per il caro benzina. Certo, se andasse a lavorare con la mia Panda dell’82 invece della sua Porsche!
Quest’estate aveva comprato una bicicletta…Ma se l’ultima dove era salito era un triciclo a tre anni!
’’Una volta imparato non ti scordi mai!’’Ha sempre la risposta pronta!Beato lui!

 Una sua giornata buona inizia con una telefonata…quella cattiva pure.
Quella buona si capisce dal tono di voce.Diventa mieloso, morbido. E tutto fatto di ‘sì dolcissimi. A volte, mentre parla, mette una mano sul cuore e fa un inchino. Finita la telefonata sorride, fischietta e fa i conti ad alta voce…
Quand’è cosi, bisogna approfittarne …Perché si ti va di culo puoi ottenere qualche euro extra per la spesa settimanale e finalmente comprare un pezzo di formaggio e due fette di salame per mangiarli dentro un panino di nascosto.
Davanti a lui, mai! È una mancanza di rispetto!
Da quando lo conosco e a dietà.Il suo peso oscilla fra 90 e 110 chili, ma vuole arrivare alla fatidica meta di settanta…Io non gli dico niente:ognuno deve avere un sogno nel cassetto!
Le sue diete funzionano male.
Lui pensa che dietologi lo imbroglino. Anch’io lo penso. Lui pensa che l’imbroglio consista nelle diete non abbastanza personalizzate, io, nei soldi che sborsa per ascoltare un mucchio di cazzate!
’’Lei può mangiare di tutto, basta non mischiare i carboidrati con le proteine!’’
La sera stessa mangiò tre polli allo spiedo!Erano le proteine pure!
Adesso sta seguendo la dieta delle intolleranze.Sì,è proprio quella che va per la maggiore fra la gente benestante! E la dieta più chic!Voi mangiate di tutto? Anch’io quando c’è.Se non c’è salto il pasto!
Ma la gente sofisticata ha tantissime intolleranze!Quella più comune è al glutine…
Hai sempre mangiato duecento grammi di pasta a cena e a un certo punto ti trovi ingrassato?Non è la colpa delle porzioni abbondanti. E che sei intollerante al glutine!Com’era il sugo?Ragù al pomodoro?Scommetto che sei intollerante anche al pomodoro!
Poi ci sono le intolleranze più soffisticate. Al mio compagno ne hanno scoperta una al tartufo.La sua crisi è durata una settimana, altrimenti avrebbe dovuto saltare la fiera ad Alba!
Adesso mangiamo solo il pollo bollito e le verdure al vapore!Sono costretta di fargli compagnia… Una tristezza!Mi sembra mangiare da ospedale.
Lui mi manda a fare la spesa alla boutique del salutista…Presente quei negozi dove vendono i prodotti senza glutine, senza lievito, zucchero e sale?L’unica cosa salata sono gli scontrini!Ma lui dice che più spende più è motivato!
Ieri si è presentato con un Moncler…
Che uomo sei se non hai un Moncler!Meno male che sono una donna!
Tutti i suoi amici vanno vestiti uguali.Hanno un Moncler, un paio di Hogan e un paio di Jeckerson.
Comunque… aveva indossato il giubbotto e mi aveva chiesto come gli stava…. Io sono stata diretta come un treno transiberiano:
“Secondo me è piccolo..’’
Lui si è arrabbiato e mi ha detto che non capivo una mazza!Il giubbotto gli stava come piace a lui!

FASCIANTE...

 Non ci sono problemi: se ti piace fasciante, fasciati pure!Fai fatica ad alzare le braccia?A chi se ne frega! Non devi mica giocare a pallavolo!
Non andiamo d’accordo sul come vestirsi.Lui mi vorrebbe vedere fare la spesa in un abito da sera con tanto di gioielli adosso…Da vera donna… r..r..r..Io ,invece preferisco un paio di jeans e una felpa.Una volta incontrai il mio compagno per caso, mentre trascinavo un paio di borse con la spesa. Stava fuori dal bar con delle persone, ha fatto finta di non conoscermi, si vede che si vergognava. Io, invece appoggiai la spesa, mi avvicinai e gli disse:
“Scusi signore, mi dia qualcosa, ho quattro bambini da sfamare!’’.
Lui non ha fatto una grinza e mi ha dato venti centesimi.La sera stessa, appena arrivato a casa, me li ha  fatti restituire.
Ma forse mi sono persa un po’.Dove eravamo?Ah… la sindrome da salvadanaio…Trecentoventidue più quarantasei…
Per caso conoscete qualche specialista?Mi sa che dovrò cercare su Internet…

                                           2

Finalmente è arrivata la primavera.
Il sole sta asciugando i panni stesi sul terrazzo. I piccioni si sono messi a fare l’amore sul davanzale, lasciando come ricordo chiazze puzzolenti di cacca…
Al mio compagno tutto questo trambusto dà sui nervi.Non gli piace essere sconvolto dall’ondata ormonale primaverile, il vento tiepido lo distrae, il sole gli dà fastidio quando guida…
Ha iniziato di nuovo la dieta drastica (si sta preparando alla prova costume) e adesso è nervoso e irriqueto quanto mai. Ieri è riuscito a sbagliare, contando ad alta voce. Questo è veramente grave.
Io, tornando dal lavoro mi ritiro in camera da letto ,cercando di fare piano e non apparire troppo contenta, se no lo irrito ancora di più.
A me la primavera piace. Mi piace il profumo dei fiori, il sole, il vento. Mi piace anche quella roba soffice e bianca, prodotta dai pioppi, che vola e ti si infila nel naso o si appende sulle ciglia e ti fa piangere come un film di Muccino.
Ieri c’era la famosa giornata della grigliata di Pasqua. Siamo andati dal cugino del mio compagno.
Il cugino possiede una bella villa circondata dal verde e aveva deciso di radunare un po’ di amici e parenti per festeggiare Pasqua e anche i primi sei mesi del suo terzo matrimonio. Da quanto so, si era sposato con una cerimonia molto riservata. Praticamente erano in quattro. Anche il cugino del mio compagno non è uno generoso, si vede che è un pregio di famiglia.
Ho iniziato a prepararmi per la grigliata due giorni prima.Una teglia di torta pasqualina, due teglie di torte alle mele, la gelatina di salmone, mousse di zucchine con lo zafferano e gamberetti… giusto per non arrivare a mani vuote e non fare la figura dei barboni. (Il mio compagno ci tiene tantissimo).
Purtroppo una bella giornata di festa si è trasformata in un’autentica delusione per lui.
Primo: appena arrivati, il cugino gli mostrò la sua macchina nuova di zecca.
Una Porsche Turbo… Ma il mio compagno non si sconvolse! Continuò a sorridere e fare i complimenti. Si tradì più tardi, bevendo tre bicchieri di prosecco uno dietro l’altro, disse borbottando qualcosa a proposito dei morti di fame, di leasing e di questione di classe…
Secondo: quando il cugino gli presentò sua moglie.
Tanto, avevo già capito tempo fa, perché il mio compagno aveva deciso di mettersi insieme con una straniera.Prima pensavo che gli interessasse la diversità delle culture… Anche la possibilità di imparare una lingua straniera non la escludevo. E poi al cuore non si comanda…
Ma alla fine la cosa risultò molto più semplice. Al cuore si comanda, eccome! Il
 Il mio compagno non voleva avere dei suoceri!
Il suo ideale era trovare un’orfana, ma non è riuscito. Allora si è fermato sulla straniera.
Avere i suoceri a novemila chilometri, comunque non è male! Peccato che io continui ad andare a trovare i miei una volta all’anno e sto via almeno due settimane, lasciando lui nella solitudine, in mezzo ai piatti sporchi ,mutande da lavare, le piante appassite e il frigo vuoto. L’estate scorsa, poverino, è riuscito a comprare ventitre paia di calze e una trentina di mutande, giusto per i giorni della mia assenza. La commessa di Intimissimi si ricorda ancora di lui e mi ringrazia di cuore…
Ma torniamo alla moglie del cugino.Anche qua il cugino lo aveva battuto!
Presentò agli ospiti una ragazza giovane con la pelle olivastra e gli occhi a mandorla. La ragazza fece un inchino velocissimo e sparì in cucina. Nessuno l’ha vista più…
Il cugino spiegò che la ragazza era originaria del sud dell’America, proveniva da una tribù con un nome complicatissimo, che vive ancora nella foresta...
Era orfana e sordomuta.
Lui l’aveva trovata dopo tante ricerche, grazie ad un’agenzia matrimoniale del paese.
Loro non litigavano mai, lei lavava, stirava e cucinava. Tutte le sere gli faceva un bagno e un massaggio ai piedi. Faceva l’amore appena lui ne aveva voglia ed era sempre contenta e piena di gratitudine. La mattina si alzava alle cinque, puliva il giardino, sistemava il terrazzo e alle sette svegliava il marito con il caffe e le brioche appena sfornate... Era la moglie perfetta!Si mostrava felice e appagata e si impegnò ancora di più dopo aver ricevuto il regalo del marito… Dieci vestiti tutti diversi… Sa, nella giungla aveva solo due,uno estivo e uno invernale…
Stavamo tornando a casa…Mio compagno per la terza volta cercava di realizzare il dodici per cento di quattromilatrecentoventi…Non riusciva a concentrarsi…Era proprio giù …faceva  pena…Gli diedi una promessa.Da domani, per tre giorni farò la sordomuta non parlerò…non sentirò…
Ma come farà lui, visto che mi chiama ogni due minuti???


                                                    3

 Sono arrivata al limite e non sopporto più il mio compagno…
La sua bella Porsche mi ha fatto venire la sciatica, faccio fatica di stare seduta in macchina piu di dieci minuti…
La borsa di New York me la sogno di notte…e mi sveglio in un bagno di sudore…
I suoi discorsi sul come vestirsi e pettinarsi e su come deve essere una vera donna mi fanno venire le crisi isteriche e inizio a tremare come se stessi sulla pedana vibrante in palestra.
Almeno ha smesso di parlare di soldi…Aveva capito che non è la mia materia…L’ho deluso profondamente.
Non so perchè,pensava che una ballerina classica guadagnasse i soldi a valanghe..Io,invece quando va bene porto a casa i fiori e quando va male le lastre delle risonanze magnetiche…
Lui ha detto che ormai è troppo tardi per cambiare il mio lavoro, bisognava occuparsi molto prima. Quindi,sono un caso perso.. (anzi ,secondo lui  non è neanche un vero lavoro,quello che faccio…Il vero lavoro viene ritribuito da tremila euro al mese  in su….Praticamente il vero lavoro è quello che fa lui..)
“Ti vedo un po’ scontenta ultimamente, c’è qualcosa che ti turba?Non puoi che essere felice, hai un uomo fantastico vicino, vivi in una casa stupenda…Ricordati ogni tanto da dove sei venuta…Grazie a me hai fatto un salto non indifferente di qualità…’’ Mi disse ieri con il suo tono di voce da maestro delle elementari.
Sì, grazie. Mi ricordo benissimo da dove vengo!Devo dire che non si stava tanto male…Il salto di qualità?Grazie anche per questo, è stato talmente alto,il salto ,che mi sono procurata una lesione al menisco!
Ultimamente c'è l ha con gli  stranieri…Specialmente dopo quello che è successo a suo cugino…A…scusate non ve l’avevo raccontato?Vi ricordate la famosa moglie sordomuta?
Non era né sorda, ne muta. Anzi, ci sentiva benissimo!Viveva zitta zitta, lavava e stirava e faceva i massaggi ai piedi, ogni tanto faceva anche la callista…e lì ,devo dire, c’era da lavorare duro..Con il bel quarantacinque di piede del marito non si scherza!
Dopo un po’ di mesi prese la cittadidanza italiana e un bel giorno, dopo che il bravo marito fece la promessa a un amico di prestare la mogliettina per la pulizia preestiva della piscina, lo mandò a fare il culo in un italiano perfetto! Il giorno dopo fece la valigia e sparì con il figlio del marito (quello che in famiglia chiamano ‘’lo strano’’,perché non va d’accordo con il padre e invece di fare l’imprenditore ,fa l’animatore nei villaggi turistici.. ) nella direzione sconosciuta.
Poi arrivò anche la richiesta di separazione…L’orfanella aveva pianificato tutto…A proposito, non era neanche orfana… Quel piccolo paesino nella foresta, sessantatre anime in tutto…Erano tutti parenti… Lei riuscì anche a fare il ricongiungimento famigliare per tutti…Aveva pensato bene.Nel giardino della villa del cugino ci staranno giusti giusti…
Va bene…  è andata cosi. Anch’io sto facendo la valigia. Domani parto per una tournée …Quando ritorno,  mi aspetta il mio monolocale di venti metri quadri. Una dimora semplice, in affitto…
Per il mio, ormai ex compagno, lascio un regalo. Una calcolatrice di ultima generazione. Sapete, ultimamente contando ad alta voce sbaglia sempre…

sabato 12 marzo 2011

Dimitar Hristov, Biografia
















Dimitar Hristov è poeta, drammaturgo e traduttore.
  Nato il 17/08/1957 a Blagoevgrad. Cresce a Sofia e si laurea in filologia bulgara e retorica presso l’Università San Clemente di Ochrid, ha conseguito un Master in retorica.
  Ha lavorato nell’Associazione degli Scrittori Bulgari, è stato presidente del Fondo Artistico cella suddetta Associazione,  caporedattore  del giornale “Scrittore Bulgaro”, responsabile della rubrica di letteratura del giornale “Pulse”, direttore amministrativo di “Sofkniga”, esperto senior presso il Ministero della Cultura.
   Attualmente è Direttore dell’Istituto di Cultura della Repubblica di Bulgaria, in Macedonia, a Skopie.
   Le sue sceneggiature sono state pubblicate e rappresentate in Bulgaria e in Macedonia.
   Le sue raccolte di poesie sono state premiate con i premi nazionali e, tradotte e pubblicate in Russia, Serbia, Albania, e Repubblica di Macedonia. Alcune sue poesie sono tradotte e pubblicate in italiano, inglese, russo, francese, spagnolo, polacco, cinese, arabo, e altre lingue.
   Dimitar Hristov interprete canoro delle sue poesie. Alcune  sono state inserite nel suo CD “Ritmo del cuore”.
   È membro dell’Associazione degli Scrittori Bulgari, e dell’Associazione dei Giornalisti Bulgari.

Dimitar Hristov, Aforismi















Frantume

Prendiamo pure esempio dagli uccelli – si nutrono con una manciata di granelli ma volano alto.

Lo scrittore deve essere come il cammello – resistere alla fame, alla sete, e ai lunghi viaggi, il resto è questione di talento.

La solitudine è l’amica più intima dell’artista.

L’allegria non può durare a lungo, perché la situazione si complica.

L’uomo sempre più difficilmente sopporta i suoi simili e se stesso. Come mai lo sopporta la Madre-Terra?


La timidezza è il miglior abito della nudità.

Quando la donna piange, povero uomo... Quando l’uomo piange, la donna esulta.

I cani e i gatti sono in guerra, ma si nutrono di altre cose. Ecco perché il loro è un antagonismo superiore.

La bellezza è sempre fragile, tanto che conta sui suoi antipodi.

I pensieri sono ali per il grande lavoratore ma catene per il pigro.

La direzione del vento è sempre in avanti.

La fonte di montagna è il messaggio di Dio ai mortali.


La vetta spesso è l’inizio dell’abisso.

Raggiungere uno scopo è inutile se non ce ne sarà un altro.

Le allodole si stupiscono sempre perché gli assiuoli dormono durante la giornata, ma gli assiuoli non si stupiscono delle allodole.

L’egoista odia la competitività e distrugge i ponti dietro di se, per essere il primo.
L’altruista è lieto per i migliori, costruisce ponti e spesso viene sorpassato, ma questo non lo consuma.

L’innamorato non sta tra il sì e il no.

L’alienazione tra due persone non è mai unilaterale.

La differenza tra nascita e morte sta nell’ordine cronologico.


Frantume


L’arte è eterna ma la Vita lo è di più.

Con la violenza si possono cambiare certe cose, però la violenza non si può cambiare con nulla.

Dio è unico ma le persone sono diverse.

La consumazione del matrimonio può consumare anche l’amore.

Il mantenimento delle buone maniere in una casa è come l’ordine del cambio delle stagioni – nessuno preme, tutti sanno a chi tocca poi.

L’impollinazione in natura è un grande mistero – amore ovunque, nel quale non esiste gelosia e tutti si amano.

L’invidia uccide l’invidioso.

Solo il forte sa perdonare.

La vendetta è la debolezza del vendicativo.

I confini sono i più assurdi e le più inutili linee sulla cartina della Terra.

Gli aforismi sono la giustificazione per la stupidità delle persone.


© Traduzione di Vessela Lulova Tzalova e Marco Bazzato

Zhivka Baltadzhieva , Biografia



















Zhivka Baltadzhieva è nata nel 1947, a Sofia, Bulgaria. Ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza nella città di Sliven, che le ha lasciato profonde tracce nelle sue opere poetiche Si è laureata all’Università di San Clemente di Ohrid, a Sofia, in filologia bulgara. Ha lavorato nella Radio Nazionale e nella rivista “Plamak”. È autrice di quattro raccolte di poesia. Traduttrice dalle seguenti lingue: spagnolo, russo, ungherese, inglese al bulgaro. Ha tradotto dal bulgaro allo spagnolo alcuni dei più noti autori classici contemporanei bulgari. Le sue ricerche e saggi sugli autori bulgari e la problematica nel campo della letteratura comparata sono pubblicate in diverse pubblicazioni di scienze letterarie.
Le poesie pubblicate, per gentile concessione dell’autrice, sono tratte dalla sua ultima raccolta “Mai altre poesie”, Ed. Janet 45.

Poesie tradotte dal bulgaro all’italiano per gentile concessione dell’autrice.

Zhivka Baltadzhieva , Poesie




















Ulisse

Addormentato mi trascinarono
sulla riva di Itaca,
solo un corpo inerte.

Prima
non mi riconobbero.
E poi nessuno mi chiese
nulla.

Uccisi i pretendenti.
Già

non devo nuotare attraverso le tempeste.

Non è più necessario inventare.

D’inventarmi.
Di essere
altro.

Di essere.

Neanch’io sogno
Ulisse.

Si è avverata
la mia fuga

nella realtà.

© Traduzione di Vessela Lulova Tzalova, Marco Bazzato






*

I particolari sono importantissimi

La lettera, dimenticata nella tasca, illeggibile
dopo che è passata nella lavatrice,
lo sguardo, che  ho oltrepassato senza attenzione,
la voce del detto, l’alito del campo tremolante
nei giudizi fulminanti,
il volto di madre quotidianamente è unico, che se ne andò.

Le particolarità sono quello che amiamo.

Ancor meno restano nel mondo civilizzato.
Industrie, quantità inestimabili sempre del medesimo.
E nemmeno un goccio d’altro. Pensavo al ritratto
del mignolo indebolito della tua mano sinistra
nel museo dei ricordi più intimi,
ma riprodurranno la mia mente e il mio cuore

e  no so dove conservarti.

© Traduzione di Vessela Lulova Tzalova, Marco Bazzato

Rada Alexandrova, Biografia


Rada Alexandrova è nata a Svilengrad nel 1943.  È una poetessa, scrittrice e drammaturga bulgara. Laureata in filologia bulgara all’Università di San Clemente di Ohrid, a Sofia. Ha lavorato presso la Radio Nazionale bulgara come redattrice nella redazione poesia e per quindici anni nella rivista letteraria “Plamak”. È stata direttrice della casa editrice Ivan Vazov, a Sofia e caporeparto editoria militare presso il Ministero della Difesa. Autrice di undici raccolte di poesie, un libro per bambini e due romanzi e di cinque opere  teatrali.
Le sue opere sono state tradotte in diverse lingue.








venerdì 11 marzo 2011

Rada Alexandrova, Poesie
















Colline

Le colline attraenti dell’amore –
rosse, viola, addirittura completamente celesti.
E lì come ci siamo impiagate le caviglie.
Sopra le nostre cosce – erbe incollate,
sulle ginocchia – lunghe e profonde cicatrici.
Non è sostanziale – ci dicemmo. E nel giorno
spandemmo i grani caldi dei nostri sforzi.
Spandemmo le nostre ore, i sorrisi, il sonno,
e la trepidazione
sulle colline della gioia,
viola, scarlatte, addirittura completamente celesti.
Non è sostanziale – ci dicemmo. Nelle cucine,
tra il crepitio della strada sovrappopolata,
nei bar non è sostanziale, nel negozio
o quando ci preme con la porta automatica
il filobus…Che cosa? Quale? Ché non ritorniamo lì,
da dove siamo partiti? Che ci siamo persi
tra le serpentine
e non possiamo darci una mano. Nemmeno ci vediamo,
E solamente alcuni sostengono nei loro occhi
un unico sottile foglio
dai riflessi rossi, viola,
addirittura completamente celesti.

1975

© Traduzione di Vessela Lulova Tzalova, Marco Bazzato









Le cose

Loro si muovono
le cose –
mentre dormi,
quando corri.
Spronano l’aria,
saltano come conigli.
/Adesso è l’anno del coniglio
e tutti attendono
che le cose vadano bene./
Mi hanno rincorso,
mi hanno spinto,
mi hanno strappato i capelli.
Le cose.
Loro mi amavano.
A volte sono solari
come le tue mani.
O serrate
come un cuore.
Mi hanno portato sulle foglie,
sentieri.
La pioggia, i fiocchi
le scorreva via.
Lentamente mi invadono,
invadono…
Mi hanno invaso.
Mi cullano, cullano…
Mi sento bene.
Come piccole ragnatele
cadono sopra il tuo capo.
Illuminate.
Sorprese.
Veloci come una separazione.
Sconosciute.
Come la morte

2011

© Traduzione di Vessela Lulova Tzalova, Marco Bazzato

sabato 19 febbraio 2011

Slavomir Genchev, aforismi















Aver quel che mi basta


Se difendi te stesso,come potresti difendere gli altri?

Colui che non ha colpa, si sente sempre confuso.

Possiamo capire la gente. Ma l’uomo mai.

Solo chi è stato malmenato e lo ricorda può essere profeta.

Chi sa dire abbastanza, sa tacere veramente.

Anche tu diventi una parte della menzogna, dopo che accetti d’essere raggirato.

Il problema non è che la vita passa, ma che spesso passa senza di noi.

Il saccente può essere stolto, ma lo stolto non può essere saccente.

Se la libertà non è innocua, allora con la schiavitù ci sono vantaggi?

Se la Torre di Pisa non fosse pendente chi si sarebbe fotografato con essa?

Tra la posa e la posizione la differenza è l’ideale.

Per diventare un eco lontano devi essere un grido.

Non esiste persona che possa affogare nell’ombra la tua luce interiore.

Quando le ciocie prendono il potere, diventano stivali.

Possiamo sapere tutto – e ancora non comprendere.

La via verso la libertà è prendere coscienza della schiavitù.

Se il senso sarà ucciso, spesso potrà diventare visibile.

Ai poveri non piace nulla, i ricchi non hanno gusto.

Chi ha talento non rincorre mete.

Oh, noi amiamo i martiri! Però quando altri lo sono.

Se hai incontrato l’amore, non l’avevi cercato.

Quanto più grande è l’amore, tanto più non basta.

Non esiste definizione per l’amore, se questo esiste.

C’è la parola amore, ma per esso non esistono parole.


La mela della conoscenza è anche il pomo della discordia.

Distinguo meglio guardando a occhio nudo.

Alcuni popoli amano la schiavitù per bramare la libertà.

Se la domanda non è intera, anche la risposta sarà incompleta.

Se la speranza è l’ultima a morire, vuol dire che un altro è morto prima di lei.

Dove ti accolgono per l’abito, spesso ti accompagnano alla porta a seconda dell’abbigliamento.

Meglio una guerra disuguale, piuttosto che una pace disuguale.

Oltre a non essere inutile, devi anche essere utile.

È bene per l’uomo quello che è bene per il popolo?

Ogni persona deve essere tale a ciò che può diventare.

Per me la verità à solo quella che non deve essere provata.

Non è così importante cos’hai – è più importane chi ce l’ha.

Non tutti coloro che hanno cercato qualcosa, hanno scoperto l’America.

Se le scaliamo oppure no – le vette non perdono il loro senso.

La più accessibile è la strada inutile.

Se sei contro tutto il mondo, non puoi passarla liscia.

Se sei già troppo grande, non crescerai mai.

Devi arrivare abbastanza lontano, per poter giungere vicino ad ognuno.

Colui che veramente è giunto fino in fondo, possa diventare l’inizio.

Una cosa è scalare le cime. Un’altra cosa è diventare una cima.

Se la tua scelta è giusta, sarà a tuo discapito.

Chi agisce apertamente, camminerà incompreso.

Alle parole è padrone il più devoto servo delle parole.



Il cieco può udire, ma l’accecato no.

© Traduzione di Vessela Lulova Tzalova e Marco Bazzato