martedì 15 febbraio 2011

Pavlina Pavlova, Poesie


















Insonnia

Dopo la porzione serale di “cinema”,
alienati dal mondo e da noi stessi,
cerchiamo un approdo salvifico nel sonno, ma …invano.
E nei letti, simili a brande,
ci getta “moto sommerso”,
e lottiamo per un sorso di vita,
e urliamo! e preghiamo! e piangiamo!
Al mattino con occhi gonfi
ci guardiamo allo specchio
e ci meravigliamo quando varchiamo l’aldilà
nel mondo speculare delle anime…


Brame

Una brama per il tuo ritorno..
Una brama per le parole,
che hai  dimenticato di dirmi…
Una brama per i palmi
risveglianti la sensazione d’essere eternità…
Una brama per il tuo calore,
più reale della fiamma del fuoco.
Una brama…
e milioni d’attimi che ci dividono.
Sulla sabbia del tempo morto, camminiamo l’uno verso l’altra.


Emigrante

Quando torno a casa
dopo lunghi vagabondaggi…quando
anche il sole e la luna chiara
risorgeranno nei ricordi della sacra infanzia…
Quando la betulla dal tronco bianco
cosparge nei miei palmi faglie d’oro
e il mio spirito, abbattuto e tormentato,
restituisce le sue limpide ottave…
Quando ancora riscopro la gioia
negli occhi gonfiati di pianto di mamma,
capirò che deserto è stato il mondo
senza di lei. E che tutto è ingannevole.
Che il pane di casa è più gustoso,
e che l’acqua ha un sapore incantevole,
che rimarrò qui fino alla vecchiaia,
perché sarò utile a qualcuno.


Romanticamente

Il mio sangue diventa champagne,
appena l’amore risveglia passione e tenero brivido
nominato amore.
Le stelle dal cielo cospargono,
scintillano negli occhi, si appiccicano sui capelli a lungo –
il mondo è come nuovo.

Oh, dobbiamo festeggiare fino a tardi
sotto questo fuoco d’artificio stellare nella notte senza luna.
Amami adesso.
Lo champagne è nel mio sangue – guardami –
sono ninfa, giunta da te e senza nome…
Ti amo adesso…


Una camera d’albergo

La tua voce mi sussurrava nell’orecchio
 e mi trasportava in una camera d’albergo.
Attraverso la cornetta del telefono mi inondavano
vampate di calore.
Inutilmente cercavo il coraggio
d’ammettere i miei sentimenti
innanzi all’occhio severo della gialla luna.

La tua voce mi sussurrava nell’orecchio,
ma le distanze erano irreali.
Sentivo percettibilmente la tua presenza
nell’infinito della notte.
Le stelle si incendiavano come candele rituali
e tremolavano unite ai riflessi della passione.

La tua voce mi sussurrava nell’orecchio
ricordandomi  come fortemente ti desidero.
Davvero anche ‘sta notte impallidirà,
come le altre si scioglierà?
Il mondo è pieno di camere d’albergo,
ma non sono queste che desidero.
Vieni da me, amore mio, e riscaldami…


© Traduzioni di Vessela Lulova Tzalova e Marco Bazzato

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